La Via degli Angeli. Il saggio di Fernando Frezzotti sulla Santa Casa di Loreto presentato ad Arta (Grecia)
Approda in Grecia, ad Arta, l’antica capitale del Despotato d’Epiro, il volume dello storico Fernando Frezzotti “La via degli angeli” (Ed. Il Lavoro Editoriale) che, attraverso una dettagliata analisi geopolitica, fa luce sulla vicenda storica della Santa Casa di Loreto, uno dei più
importanti luoghi di culto della cristianità. Il saggio ricostruisce, infatti, in un arco temporale di oltre 21 anni la traslazione a Loreto della Santa Casa di Nazareth, salvata dalla Terrasanta, individuando il ruolo avuto dagli Angelo-Comneno, Despoti di Tessaglia ed Epiro, da due fra i più noti Grandi Maestri templari, Guillaume de Beaujeu e Jacques de Molay e da due Papi Gregorio X e, soprattutto, da Celestino V. La presentazione del saggio – mercoledì 4 giugno alle 17.30, presso la biblioteca dell’Associazione Culturale “O Skoufàs”, via APOKAYKOY 1, 47100 ARTA – si inserisce nell’ambito del Progetto internazionale “La Via degli Angeli” promosso dall’Accademia Angelico Costantiniana di Roma presieduta da Alessio Angelo-Comneno, discendente diretto dei Despoti di Epiro e Tessaglia e segnatamente dalla famiglia imperiale degli Angelo-Comneno Ducas, tra i protagonisti principali della Traslazione.
L’iniziativa culturale intende tracciare il percorso del convoglio che, in quattro distinte fasi cronologiche, ha trasportato le pietre della Santa Casa e prevede il coinvolgimento di Terrasanta, Cipro, Grecia e Italia, approfondendo i variegati contesti storici a esso collegati che hanno fatto da sfondo geo-politico e reso possibile il compimento dell’impresa. L’obiettivo culturale – ma con una forte valenza storico- istituzionale – è quello di avvicinare sempre di più il mondo latino cattolico a quello orientale bizantino in un reciproco arricchimento dei valori spirituali e culturali. E proprio Loreto – dove il Progetto ha avuto inizio – ha visto nel 2016 cattolici e ortodossi uniti in una solenne preghiera nel segno della Santa Casa, vero simbolo della Chiesa indivisa dei primordi. Un messaggio, questo, di unità, pace, speranza del quale oggi più che mai, in un periodo di guerre e conflitti devastanti, l’umanità ha sempre più bisogno.
La via degli angeli. La traslazione delle pietre della Santa casa
La traslazione della Santa Casa di Nazareth salvata dalla Terrasanta rivela in questo libro una inedita ed entusiasmante storia geopolitica che si affianca a quella religiosa e che, per un verso, conferma l’autenticità della reliquia mentre, per l’altro, spiega documentatamente i motivi che imposero la segretezza del trasporto nelle delicate circostanze del secolo XIII, ponendo in qualche modo fine alla cosiddetta “Questione lauretana”. L’autore ricostruisce nel dettaglio, dopo un lungo lavoro di ricerca di qua e di là dell’Adriatico, committenza, governo, esecuzione, custodia e tutti i contesti storici, i passaggi, gli itinerari, le soste ed i protagonisti di un viaggio che portò le sacre pietre attraverso Cipro (dal 1273 al 1283), a Pyli, in Tessaglia, fino al 1291, e poi ad Arta, capitale d’Epiro sotto la dominazione della famiglia di rango imperiale Angelo-Comneno, che ne divenne custode sostituendosi ai cavalieri templari fino al 1294. Nel 1294, appena eletto papa, Celestino V (che si rivela qui il vero protagonista della vicenda, con sorprendenti, inedite conseguenze nella lettura del suo pontificato e della sua famosa rinunzia), decise che la Santa Casa avrebbe dovuto essere trasferita all’Aquila: la destinazione finale dove aveva già fatto costruire a questo scopo una grande basilica. Il convoglio, protetto dai soldati degli Angeli, approdò così ad Ancona per cominciare il suo viaggio improvvisamente interrotto però dai contrasti creatisi tra il papa e il re Carlo II d’Angiò, che imposero una diversa destinazione. Nella selva di S. Maria in fundo laureti, luogo alle dirette dipendenze dell’autorità papale, la reliquia trovò la sua nuova collocazione. Ma la storia non si era affatto conclusa. Del passaggio di convogli e messaggeri resteranno tracce indelebili nelle tradizioni locali, nelle dedicazioni, nei toponimi dell’Italia centrale, nei dipinti, con l’utilizzo di particolari figure che l’autore rintraccia con precisione documentaria e sguardo da detective. Un libro che modifica profondamente la storia delle Marche della prima età moderna.
Carlo Franza