A Gibellina una Cantina che porta il marchio Tenute Orestiadi nel mondo. Tondi dipinti e botti, Primo Museo di Arte Contemporanea in una cantina vitivinicola con la consulenza del Professor Stefano Pizzi.
In un mio recente saggio pubblicato da “Graphie”, una rivista trimestrale edita a Cesena, sulla quale scrivono intellettuali di prim’ordine, trattavo “Vestire il Vino. L’arte e le più belle etichette d’autore” (2025), a dimostrazione di come
l’interesse del connubio tra arte e vino abbia dato negli ultimi decenni esempi memorabili. E’ il caso ora di puntare il dito e fotografare una realtà siciliana. Partiamo da un evento doloroso come fu il terremoto del Belìce nel 1968, un violento evento simico di magnitudo 6,4 che nella notte tra il 14 e il 15 gennaio del 1968 colpì una vasta area della Sicilia occidentale, la Valle del Belice, compresa tra le province di Trapani, Agrigento e Palermo. “Venite a Gibellina, facciamo crescere i fiori dell’arte e della cultura nel deserto del terremoto, del destino, dell’oblio”, così si espresse l’illustrissimo Senatore Ludovico Corrao, (Alcamo 1927- Gibellina 2011) che è stato un politico e avvocato italiano, sindaco di Gibellina dal 1969 al 1994, nonché promotore della ricostruzione della stessa, all’indomani del terremoto. A lui si deve quel singolarissimo progetto che è il Museo d’Arte Contemporanea tra le più vive, geniali e originali esperienze culturali della seconda
metà del ’900 in Europa, e Gibellina gliene è grata. Tanto che la città risorta e il Museo sono oggi due realtà che intrecciano tradizione e luoghi, storia dell’arte e cultura, uomini e intellettuali di una terra siciliana che incornicia, Pira
ndello e Verga, Sciascia e Bufalino, Quasimodo e Camilleri, e altri come Vincenzo Consolo. Questo sito è oggi un focus e un’officina che non ha pari nella contemporaneità, sicchè rappresenta un laboratorio di sociologia della cultura contemporanea. Ma a Gibellina non c’è solo il MAC, qui tutto è frutto di un intreccio, qui circola un’aria e un’anima tutta da vivere, dove passato e presente amalgamo il territorio che ormai è tutto in pulsazione, tutto in fibrillazione. Nessuno immaginerebbe che qui ha trovato radice un’idea geniale che ha nome “Barriques Museum”, tra il silenzio delle distese dei vigneti, di un’uva preziosa, qui ci sono le Cantine delle Tenute Orestiadi. Con il trascorrere degli anni, l’idea di Corrao si concretizzò nella realizzazione della Fondazione Orestiadi, oggi anima pulsante della stessa azienda vitivinicola “Tenute Orestiadi”.
Tra i tanti premi che l’Azienda ha ricevuto mi preme ricordare il Premium International Florence Seven Stars 2022 a Firenze con la motivazione assegnata per “Arte del Gusto International”: “Un riconoscimento forte e testimoniale per l’Azienda Tenute Orestiadi, attiva a Gibellina in Sicilia. Il Premio mira a sottolineare a significare lo slancio e la passione con cui si volge alla salvaguardia e conservazione del territorio di produzione, per l’uso innovativo degli impianti di trasformazione e razionalizzazione delle tecniche di produzione, per la cura dell’immagine e del confezionamento e la presentazione del prodotto nei mercati qualificati. E non ultimo per l’attenzione all’arte e all’acquisizione di un patrimonio artistico. Per tutto ciò e per la valorizzazione dei migliori prodotti nelle tenute secolari di denominazione, i suoi brand sono oggi i più valutati in Italia e nel mondo tanto da significargli con lode ancora un Primariato d’ eccellenza nell’Arte del gusto
International”.
E ancora: “La giuria internazionale del Premio delle Arti Premio della Cultura – Milano ha scelto per l’anno 2022 l’azienda “Vini Tenute Orestiadi” di Gibellina (AG) in quanto massimamente distinta con lode, per il Premio Arte del Gusto International a motivo dei suoi vini di inconfondibile portata, il cui marchio si apparenta tra i grandi loghi internazionali per la cultura della lavorazione del prodotto, per la tradizione di antica casata, per la trait d’union con l’arte, e per l’inconfondibile aspetto gradevole dei suoi vini, che unitamente ad amabilità, corpo, gusto e persistenza, danno prova d’essere vera eccellenza italiana nel mondo”.
Tenute Orestiadi sono nate nel 2008 a Gibellina, per volontà di un gruppo di viticoltori riuniti in cooperativa e la Fondazione Orestiadi, con lo scopo di promuovere l’identità territoriale dei vitigni nativi siciliani attraverso il connubio arte e vino. “L’idea nasce dal dialogo di Cantine Ermes e la Fondazione Orestiadi”, ha detto Alessandro Parisi, responsabile marketing di Tenute Orestiadi. “C’era l’esigenza di commercializzare il prodotto imbottigliato e abbiamo iniziato a ragionare con tutti gli attori del territorio e grazie all’intervento del presidente delle Cantine Ermes, Rosario Di Maria, abbiamo aperto un dialogo con il presidente della Fondazione Orestiadi, Ludovico Corrao. Da qui l’idea di una cantina che portasse il marchio Orestiadi nel mondo”.
L’azienda oggi opera su 120 ettari di terreno in diverse zone della provincia di Trapani, partendo proprio dalla vecchia Gibellina, per poi passare al mare di Selinunte, ai terreni dietro il Tempio di Segesta, fino ad arrivare a Marsala, paese da sempre sinonimo di buon vino. I vigneti crescono in tre diverse tipologie di terra (nera, bianca e rossa), ottimali per le varietà siciliane ma anche per due internazionali come il Syrah e il Cabernet Sauvignon.
Tenute Orestiadi, in dieci anni, è un’azienda che è cresciuta notevolmente, ottenendo una distribuzione ad ampio raggio in Italia, e la presenza in ben 27 Paesi. Una crescita ponderata, non solo sulla vendita di vino e che non fosse solo punteggio d’una cantina, ma anche progettazione del brand aziendale, intreccia con l’arte e la cultura. Oltre al legame con la Fondazione Orestiadi, negli ultimi anni è nato un nuovo punto di forza con l’Accademia di Brera grazie al Professor Stefano Pizzi già ordinario di Pittura e già responsabile delle Relazioni pubbliche, vale a dire è nato a Gibellina il primo museo di arte contemporanea permanente in una barricaia attiva, il Barriques Museum. C’è di più, perché grazie al progetto Residenze d’artista, Gibellina ospita artisti che hanno realizzato e realizzeranno la Wine Pictures Gallery. Sono un secondo cantiere culturale “Artisti in Tenute”: una serie di residenze d’artista, dove gli interpreti d’arte dipingeranno con pennelli imbevuti in acquarelli di vino e realizzeranno un’opera su una speciale carta, prodotta a mano da un’eccellenza artigiana siciliana: la Cartiera Aetna.
Gibellina per tutti questi progetti è diventato un polo di attrazione per gli amanti dell’arte contemporanea.
“C’è una grande sinergia”, spiega Alessandro Parisi. “Oggi un attore del territorio deve guardare la propria terra e promuoverla in maniera globale. Qualsiasi azienda nel territorio è un piccolo tassello di un disegno più ampio di promozione di tutta la zona. Ovviamente le sinergie creano forza”. E ancora: “Il terremoto –continua Parisi– è stato una svolta per questi paesi. Ha iniziato a farci dialogare e a prendere coscienza delle bellezze del territorio. Che oggi non sono solo legate all’enogastronomia, ma anche all’arte contemporanea. E Gibellina è diventata un polo di attrazione dell’arte contemporanea. Una città che ha vissuto di contaminazioni positive anche grazie a chi arrivava da lontano, grandi artisti e grandi letterati, che hanno reinterpretato un territorio che aveva perso la propria identità”. Valga per tutte
queste componenti la collocazione del famosissimo “Cretto di Burri” è solo un esempio lampante di come la periferia possa divenire -com’è divenuta- centro. Ancora Parisi: “Noi come azienda abbiamo trasmesso una scossa positiva in più: abbiamo aperto le porte al Mediterraneo. Il gruppo Cantine Ermes e Tenute Orestiadi dialogano con tutti i Paesi del Mediterraneo grazie a una manifestazione che in due anni è già diventata molto importante, lo “Scirocco Wine Fest”, perché il mediterraneo è battuto da un vento che ne influenza l’agricoltura, la quotidianità, tradizioni culinarie e forme d’arte. Partendo da questo vento
siamo riusciti a sederci insieme a 6 grandi produttori del Mediterraneo, in modo da dialogare su metodologie di coltivazione, marketing e non solo”. Si dice di Fondazione Orestiadi luogo di contaminazione delle arti, dalla pittura alla letteratura, alla poesia. E’ certo che dei vini non ci si può dimenticare sono essi il focus di partenza, senza dimenticare il “Nunc est bibendum” la frase latina che significa “Ora è tempo di bere”; questo motto è attribuito al poeta romano Orazio, ed è presente in una delle sue odi, l’Ode 1.37, scritta nel 23 a.C Eppure dei vini di Tenute Orestiadi ci sarebbe tanto di cui parlare, dal Pacenzia al Grillo, dal Catarratto al Frappato, tante le varietà dell’azienda; una menzione speciale merita l’Orestiadi Ludovico dedicato alla memoria di Ludovico Corrao, un blend di Nero d’Avola e Cabernet Sauvignon, elegante, intenso ed equilibrato, che rispecchia ed esalta l’intima essenza dei vini siciliani.
Alessandro Parisi responsabile marketing di Tenute Orestiadi, Alessandro Costantini mente inspiratrice di Wine O’Clock e Stefano Pizzi già docente di Pittura dell’Accademia di Belle Arti di Brera, hanno sviluppato una chiara e precisa descrizione di ciò che sarà il Primo Museo di Arte Contemporanea concepito in una cantina vitivinicola. L’idea nasce dalla naturale vocazione della terra trapanese, ed in particolare della città di Gibellina, da sempre votata all’ambito artistico e vitivinicolo. Il processo di base sarà la creazione da parte di artisti di chiara fama, ma anche docenti e soprattutto studenti artisti dell’Accademia, di opere di pittura, su particolari tondi forniti da Tenute Orestiadi, che verranno poi applicati alle barriques. Tra gli oltre 200 artisti che oggi “etichettano” con i tondi dipinti le botti della cantina delle Tenute Orestiadi troviamo artisti di chiara fama, ne indico alcuni, Stefano Pizzi, Fernando De Filippi, Renata Boero, Marisa Settembrini, Omar Galliani, Ugo La Pietra, Arcangelo, Diego Esposito, Angelo Barone, Angela Occhipinti, Enzo Esposito, Pietro Coletta, Giorgio Cattani, Aldo Spoldi, Italo Bressan, Gaetano Grillo, Nicola Salvatore, Renato Galbusera, Giovanni Frangi, il belga Daniel Sluse, e altri ancora.
Carlo Franza